Filariosi linfatica (elefantiasi)

Filariosi linfatica

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La filariosi linfatica è causata da tre specie di nematodi filiformi che sono trasmessi dalle zanzare della famiglia Culicidae. I vermi adulti vivono quasi esclusivamente negli esseri umani e si localizzano nel sistema linfatico. L’infezione è comunemente acquisita durante l’infanzia ma spesso si manifesta durante l’età adulta con idrocele, linfedema e elefantiasi.

Agenti infettivi: Wuchereria bancrofti, Brugia malayi e B. timori (Elminti).

Epidemiologia, distribuzione geografica e impatto della malattia: Globalmente, circa 1.38 miliardi di persone vivono in aree dove la filariosi è considerata endemica. Di questi circa l’80% vive in 10 paesi endemici dove l’obiettivo di contrasto della malattia è l’eliminazione. 73 paesi sono considerati endemici. Almeno 120 milioni di persone sono infettate da questi parasiti, di cui 40 milioni presentano le manifestazioni cliniche della malattia.

Modalità di trasmissione: Le larve infestanti sono emesse dalla proboscide della zanzara al momento della puntura, entrano nel punto di inoculo e migrano lungo i vasi linfatici, dove si sviluppano in vermi adulti in 6-12 mesi.

Cenni clinici: L’infezione porta spesso a microfilaremia senza manifestazioni cliniche. Tuttavia la filariosi acuta, che insorge da 3 a 20 mesi dall’avvenuta infestazione, può portare a episodi (spesso ricorrenti) di febbre che durano da 4 a 7 giorni, linfoadenite acuta con tipica linfangite retrograda (LAA) o funiculite acuta ed epididimite. La filariosi cronica spesso si sviluppa insidiosamente dopo molti anni. Nella maggior parte dei pazienti si verifica una dilatazione linfatica asintomatica, ma la risposta infiammatoria cronica ai vermi adulti può portare al linfedema cronico dell’area del corpo interessata Il ripetersi di episodi acuti e la cronicizzazione dei processi alla base della dilatazione linfatica, sono i meccanismi patogenetici che portano alle manifestazioni coniche rappresentate da elefantiasi, idrocele e chiluria (presenza di linfa, carica di grassi nelle urine che risultano lattescenti). Negli immigranti in aree endemiche precedentemente non esposti la filariosi acuta è più grave e la progressione verso la malattia cronica è più rapida rispetto ai residenti nativi.

Prevenzione e controllo: la prevenzione della malattia si basa sul controllo della popolazione della zanzara vettrice (interventi ambientali, utilizzo di agenti di controllo, etc.); sulla protezione dal contatto con il vettore dei residenti delle zone endemiche (Abiti che coprano completamente la cute, utilizzo di repellenti, zanzariere, etc.) e sui programmi di chemioterapia profilattica per il trattamento delle persone residenti in aree endemiche, così da ridurre la possibilità di trasmissione dell’infezione.

Prospettive e sfide: Nel 2000 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato il Global Programme to Eliminate Lymphatic Filariosis con l’obiettivo di eliminare la malattia come problema di sanità pubblica entro il 2020. Il programma presenta due obiettivi strategici: i) ridurre, attraverso approcci di chemioterapia preventiva, la proporzione di popolazione infetta sotto una soglia che impedisca la trasmissione dell’infezione ii) Fornire l’accesso ad un pacchetto di cure essenziali per i malati nell’aree endemiche così da ridurre la morbosità e prevenire la disabilità. Nello specifico l’OMS raccomanda ai paesi di seguire la seguente strategia: mappare la distribuzione geografica della malattia così da determinare dove sono necessari gli interventi; fornire annualmente chemioterapia preventiva a tutta la popolazione residente nelle aree endemiche per 5 anni; assicurare l’accesso ad un pacchetto base di cure per ridurre la morbosità e prevenire la disabilità; condurre sorveglianza della malattia dopo che la chemioterapia preventiva è stata interrotta e verificare che l’eliminazione della malattia sia avvenuta.

FILARIOSI LINFATICA

Distribuzione status di della prevenzione della terapia per la filariosi linfatica

“Investing to overcome the global impact of neglected tropical diseases: third WHO report on neglected diseases 2015.”

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