Dracunculiasi

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Agente infettivo: Dracunculus medinensis (elminti)

Epidemiologia, distribuzione geografica e impatto della malattia: Negli anni ‘80 la dracunculiasi era endemica in 20 stati (in Africa, regioni mediterranee e sud-est asiatico) e si registravano dai 3 ai 5 milioni di casi. Con solo 148 casi riportati nel 2013, numero più basso mai registrato, la malattia è attualmente vicina all’eradicazione. La parassitosi è endemica nelle zone semi-aride, con scarsa disponibilità di acqua potabile, in particolare è limitata alle regioni del Golfo di Guinea e del Sahel, alla penisola arabica e ad alcune zone del subcontinente indiano.

Modalità di trasmissione: L’uomo si infesta bevendo acqua contaminata da copepodi (piccoli crostacei) del genere Cyclops a loro volta ospiti intermedi e infestati dalle larve di D. medinensis. Dopo l’ingestione, le larve, liberate dai copepodi, attraversano la parete dello stomaco e dell’intestino, maturano nella forma adulta e si accoppiano (70 giorni circa). I parassiti migrano dal tessuto sottocutaneo verso la superficie della cute. Dopo un anno circa dall’infestazione, quando la femmina raggiunge le sue dimensioni finali, produce una sostanza tossica che provoca la formazione di una bolla cutanea, solitamente sul piede dell’individuo infestato, la quale poi si rompe. La lesione provoca bruciore e dolore locale e quando il paziente cerca sollievo bagnando la parte affetta nell’acqua, la femmina emerge dalla ferita con la sua estremità caudale e rilascia un liquido lattiginoso contenente migliaia di larve rabditoidi al I° stadio, contaminando le acque dolci, vengono poi successivamente ingerite dagli ospiti intermedi (copepodi), dove maturano a forme infestanti.

Cenni clinici: Il paziente è asintomatico, fino alla comparsa della lesione cutanea, solitamente all’arto inferiore. Compare prima un nodulo o un cordone cutaneo serpiginoso e successivamente una vescicola. Tali segni si accompagnano a una sensazione locale di prurito e di bruciore. Quando il soggetto parassitato cerca sollievo immergendo la parte affetta nell’acqua, la vescicola si rompe.Spesso la lesione ulcerata si sovrainfetta, con quadri infettivi anche molto importanti (cellulite batterica).

Prevenzione e controllo: Non esiste un vaccino per la malattia, la prevenzione prevede la lotta contro i serbatoi naturali dei piccoli crostacei del genere Cyclops, nel trattamento dei casi diagnosticati, nella potabilizzazione dell’acqua, nell’evitare di bagnarsi nelle acque dolci dei paesi a rischio e nell’uso di stivali. E’ anche importante cuocere bene i crostacei destinati all’alimentazione, se provengono da zone endemiche.

Prospettive e sfide: Le insicurezze dovute ai conflitti in Mali e in Sud Sudan possono rallentare il percorso verso l’eradicazione. La strategia di eradicazione raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e adottata da tutti i programmi nazionali combina i seguenti approcci.

  • 1) Aumento della sorveglianza, attraverso una combinazione di varie strategie, includendo una sorveglianza attiva centrata sulle comunità a rischio, una passiva attraverso una sistema nazionale di sorveglianza e risposta integrata alle malattie sostenuto finanziariamente attraverso premi monetari per i casi riportati volontariamente e la ricerca di casi abitazione per abitazione durante i giorni di immunizzazione nazionali o di altri programmi sanitari di massa;
  • 2) La fortificazione delle misure di contenimento dei casi; il controllo del vettore, trattando le potenziali fonti di acqua contaminate e distribuendo filtri per l’acqua;
  • 3) Attività di advocacy per l’accesso a fonti di acqua potabile;
  • 4) Campagne informative ed educative per ottenere cambiamenti comportamentali e un aumento dell’attenzione alla patologia.

DRACUNCULIASI

Situazione globale della certificazione di avvenuta eradicazione della Dracunculiasi, 2014

“Investing to overcome the global impact of neglected tropical diseases: third WHO report on neglected diseases 2015.”

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