I.C.A.R.E. – Integration and Community Care for Asylum and Refugees in Emergency

Soggetto finanziatore

Co-funded by the Internal Security Fund or Asylum, Migration and Integration Fund of the European Union.
Unione Europea con Regolamento UE n. 516/2014 ha istituito Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020.

Durata

21 mesi, 10/01/2019 – 10/10/2020.

Partner di progetto

Coordinato dalla Regione Emilia-Romagna, le Regioni partner sono Toscana, Lazio e Sicilia.

Risorse economiche

1.320.113,94 euro

Beneficiari

Il target del progetto è rappresentato dall’insieme degli RTPI, uomini, donne e minori. In particolar modo le donne e i minori, soggetti vulnerabili che sovente sono stati vittime di abusi e soprusi, cui conseguono patologie che necessitano della giusta attenzione e cura da parte dei nostri servizi sanitari territoriali.
Tuttavia, il progetto si rivolge anche agli uomini, che saranno sottoposti a valutazione da parte dell’èquipe multidisciplinare, ed eventualmente presi in carico, sulla base del livello di vulnerabilità psicofisica.
L’ambito di applicazione è quindi la fase della seconda accoglienza di Titolari o Richiedenti la Protezione Internazionale, in particolare donne e minori. Sono compresi tra i beneficiari i titolari di permessi di soggiorno (pds) per motivi umanitari, emessi prima dell’entrata in vigore della Legge legge 132/2018, e i titolari dei nuovi permessi introdotti a seguito dell’entrata in vigore della Legge di cui sopra.

Obiettivo generale

L’obiettivo generale consiste nel realizzare, sul territorio nazionale, percorsi integrati interdipartimentali e multidisciplinari, che siano al tempo stesso specificamente dedicati e culturalmente orientati, al fine di: migliorare l’accesso alle cure per i richiedenti e titolari di protezione internazionale nei servizi sanitari territoriali, ottimizzando la fase di accoglienza, garantire risposte appropriate, efficaci e adeguate ai bisogni di salute dei singoli titolari e/o richiedenti di protezione internazionale in situazione di vulnerabilità sanitaria.
Una particolare attenzione sarà rivolta ai percorsi dedicati alle donne e ai minori accompagnati e non.

Gli obiettivi principali del presente progetto sono:

Migliorare la fase di accoglienza e ottimizzare l’accesso ai servizi sanitari territoriali, predisponendo interventi multidisciplinari che tengano conto delle best practice attuate nelle varie regioni.

Garantire l’implementazione degli interventi trasversali e il monitoraggio delle attività progettuali su territorio nazionale, in modo da assicurare una risposta il più possibile omogenea e di sistema che diventi modello su tutto il territorio nazionale, mettendo a sistema processi organizzativi di accoglienza e cura, tempestivi e specifici, rivolti ai titolari e/o richiedenti di protezione internazionale in condizione di vulnerabilità sanitaria.

Creare percorsi multidisciplinari ad hoc per rispondere in modo appropriato e tempestivo ai diversi bisogni di salute dei RTPI. 1 Implementare strumenti digitali per la raccolta dati sanitari del RTPI dal suo arrivo in poi, per assicurare la continuità delle cure erogate dal SSN nei diversi passaggi del processo di accoglienza, e per la registrazione delle attività connesse all’individuazione precoce di vulnerabilità e accertamenti sanitari, evitando così duplicazioni e spreco di risorse.

Attivare percorsi formativi che accrescano le competenze dei professionisti dei servizi pubblici, del privato sociale e dell’associazionismo dal punto di vista sia organizzativo che professionale.

Costituire nelle Aziende Sanitarie équipe multidisciplinari e multiprofessionali, comprensive del supporto della mediazione linguistico culturale, che eroghino servizi sui reali bisogni della singola persona che approccia i servizi.

Implementare, in collaborazione con il Ministero della Salute, le “Linee Guida sui controlli sanitari sui percorsi di arrivo e protezione per i migranti …” e le “Linee Guida sull’assistenza, la riabilitazione e il trattamento dei disturbi mentali dei rifugiati …” attraverso percorsi informativi e formativi in tutte le Regioni partecipanti.

In generale si agisce attraverso la messa in campo di un modello omogeneo sui singoli territori regionali, contribuendo ad una più complessiva omogeneità sul territorio nazionale.

Prodotti

Definizione di un percorso integrato multidisciplinare di assistenza territoriale ai RTPI, omogeneo sul territorio nazionale e che rispecchi le specificità locali, in coerenza con le linee guida ministeriali e del sistema adottato.

Attività

nella Regione Toscana sono coinvolte le 3 AUSL e il Centro di Salute Globale:

  • Coordinamento tra servizi territoriali e centri di accoglienza
  • Elaborazione di modelli di presa in carico
  • Implementazione Linee Guida
  • Attivazione di strumenti informatici digitali per la raccolta della storia clinica
  • Strutturazione di percorsi formativi dedicati a operatori socio-sanitari del SSR, a operatori del privato sociale e ai mediatori LC
  • I momenti formativi in particolar modo saranno dedicati al diverso approccio culturale rispetto a “salute” e “malattia”; violenza, tortura e trattamenti inumani o degradanti, il fenomeno della tratta, trauma vicario
  • Organizzazione di incontri di alfabetizzazione sanitaria rivolti a RTPI
  • Percorso formativo on the job multidisciplinare rivolto agli operatori socio-sanitari
  • Le azioni trasversali garantiranno, pur nel rispetto delle specificità locali, di perseguire l’obiettivo comune dell’erogazione di cure tempestive e specifiche ai RTPI, grazie a momenti formativi e di confronto che permetteranno la co-costruzione di una vision comune.

Formazione

Soggetto promotore – Centro Salute Globale

Beneficiari della formazione in aula:

  • operatori socio-sanitari e amministrativi delle AUSL toscane
  • mediatori linguistico culturali
  • operatori sociali e del terzo settore

Beneficiari della formazione on the job, attraverso il supporto delle figure dell’antropologo e dello psicologo:

  • operatori socio-sanitari operanti all’interno dei team multidisciplinari, individuati all’interno del progetto ICARE, delle AUSL toscane